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Genere: drammatico - Anno: 1955 - Giudizio: ottimo (**) - Età: Per tutti

UNA FAVOLA DI INNOCENZA E SPIRITUALITA'
Il significato universale della fede e della maternità attraverso gli occhi di un bambino
 

Marcellino pane e vino, diretto da Ladislao Vajda, è un film drammatico del 1955 tratto dal romanzo di José María Sánchez-Silva. Il film è un piccolo gioiello del cinema spagnolo, caratterizzato da una narrazione semplice, ma potente, capace di toccare le corde più profonde dello spettatore attraverso un mix di spiritualità, innocenza e malinconia.
La storia è ambientata in un piccolo villaggio spagnolo e ruota attorno a Marcellino, un orfano abbandonato davanti a un convento di frati. Accolto e cresciuto con amore dai monaci, il bambino cresce in un ambiente affettuoso, ma privo di contatti con il mondo esterno. Marcellino, curioso e vivace, scopre un giorno una stanza segreta del convento dove si trova un grande crocifisso. Qui il bambino instaura un dialogo immaginario con Gesù, al quale offre pane e vino presi dalla dispensa del convento.
La relazione tra Marcellino e Gesù si trasforma in un legame profondo e mistico, fino al finale commovente, che mescola tragedia e redenzione spirituale. Il sacrificio finale di Marcellino, accettato con innocenza e serenità, è un momento di grande intensità emotiva e spirituale.
Uno degli aspetti più straordinari del film è l'interpretazione del piccolo Pablito Calvo, che interpreta Marcellino con una naturalezza e una grazia straordinarie. La sua innocenza e il suo candore illuminano lo schermo, rendendo credibile e toccante il suo rapporto con il crocifisso e la figura di Gesù.
La regia di Ladislao Vajda è sobria ed efficace, lasciando spazio ai sentimenti e alla spiritualità senza mai scadere nel sentimentalismo. La fotografia in bianco e nero aggiunge un tono austero, ma poetico alla narrazione, esaltando il contrasto tra il mondo semplice e pacifico del convento e il dramma interiore del piccolo protagonista.
Marcellino pane e vino è una favola religiosa che affronta temi universali come la fede, l'innocenza e il sacrificio. Il film esplora la spiritualità attraverso gli occhi di un bambino, sottolineando come l'innocenza e la purezza possano portare a una connessione diretta con il divino. La figura di Marcellino diventa simbolo di amore incondizionato e di una fede genuina e profonda.
Marcellino pane e vino è un film senza tempo, capace di commuovere profondamente grazie alla sua semplicità e al messaggio di totale abbandono a Gesù e alla Madonna. Pur essendo fortemente radicato nella tradizione cattolica, la pellicola ha un valore universale che trascende il contesto religioso, toccando il cuore di spettatori di ogni età e credo.
Un'opera da riscoprire per la sua capacità di unire narrazione cinematografica e riflessione spirituale in un equilibrio raro e prezioso.

DIALOGO CENTRALE DEL FILM
Marcellino non ha avuto la fortuna di conoscere su questa terra la mamma e per questo parlando con Gesù scopre cosa sono le mamme. Ecco il toccante dialogo.

Gesù: A cosa pensi Marcellino?
Marcellino: Dove sarà la mamma tua adesso?
Con la tua.
Come sono le mamme? Che fanno?
Danno! Danno sempre!
E cosa danno?
Tutto... Se stesse, la vita e la luce degli occhi ai figli... finché diventano vecchie e curve.
Anche brutte?
Brutte no, Marcellino! Le mamme non diventano mai brutte!
Tu vuoi molto bene alla tua mamma?
Con tutto il cuore.
Io alla mia di più.

Questo dialogo tratto da Marcellino pane e vino è uno dei momenti più toccanti e profondi del film, in cui l'innocenza del piccolo protagonista si intreccia con la saggezza e l'amore che emergono dalla figura di Gesù. Attraverso una conversazione apparentemente semplice, il film esplora in maniera delicata ma intensa il significato universale della maternità e dell'amore incondizionato.
La curiosità di Marcellino, che non ha mai conosciuto la propria madre, rappresenta il bisogno umano di una figura che doni protezione, affetto e senso di appartenenza. Chiedendo a Gesù "Come sono le mamme? Che fanno?", il bambino esprime una sete di comprensione e un desiderio di colmare il vuoto lasciato dalla mancanza materna. La risposta di Gesù, "Danno! Danno sempre!", sintetizza il ruolo universale delle madri: esseri che vivono per donare senza chiedere nulla in cambio, incarnazione dell'amore puro e sacrificale.
Il passaggio culmina nella frase "Le mamme non diventano mai brutte!", che racchiude una verità dolce e commovente: agli occhi di chi ama, la bellezza della mamma è eterna, immune al trascorrere del tempo e alle imperfezioni fisiche. Questo dettaglio sottolinea come l'amore filiale, soprattutto visto attraverso gli occhi di un bambino, vada oltre l'apparenza e si radichi nella profondità del legame affettivo.
La chiusa del dialogo, con Marcellino che afferma di amare la sua mamma "di più" rispetto a Gesù, è un momento di straordinaria tenerezza che evidenzia la spontaneità e l'assolutezza dei sentimenti infantili. Non c'è competizione, solo un'innocente affermazione dell'amore senza confini che un figlio può provare per la madre, anche se conosciuta solo attraverso l'immaginazione.
Questo scambio dialogico, apparentemente semplice, tocca temi universali come l'amore materno, il sacrificio e il bisogno di legami autentici. È uno dei momenti che rendono Marcellino pane e vino una storia capace di parlare a tutti, ricordando che l'amore - e quello materno in particolare - è un riflesso tangibile della divinità nella vita quotidiana.

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