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Romantico, a tratti drammatico, introspettivo, per molti è il film cristiano dell'anno e un inno alla vita di rara efficacia. Si tratta di Bella, diretto da Alejandro Gomez Monteverde. [...]
La storia è ambientata nella New York di oggi. José (Eduardo Verástegui) vede interrompersi la carriera nel football professionistico. Finisce a lavorare come cuoco nel ristorante messicano di suo fratello Manny (Manuel Perez), nella Grande Mela. Lì assiste al brutale licenziamento, a causa dell'ennesimo ritardo, di una cameriera, Nina (Tammy Blanchard). José la segue fuori dal locale per offrirle conforto e viene a sapere che, senza un marito, Nina ha appena scoperto di essere incinta. E per questo sta pensando di abortire.
La giornata che José decide di passare con la ex collega si trasforma in un viaggio interiore alle radici del proprio dolore. L'amicizia che nasce quasi per caso cambierà nel giro di poche ore la vita di entrambi i protagonisti. Nina capisce con l'aiuto di José il valore del bambino che porta in grembo. José attraverso Nina coglie l'unicità della propria esistenza che si stava lasciando sfuggire fra delusione e rimorsi. Il finale dischiude il significato, fin lì incomprensibile, del titolo Bella. [...]
A rendere per alcuni il film ulteriormente accattivante è un elemento autobiografico che unisce il personaggio di José all'attore Eduardo Verástegui. Già cantante del gruppo di pop latino Kairo e fascinoso protagonista di soap opera in Messico, nel 2000 Verástegui tenta il successo a Miami, dove Jennifer Lopez lo chiama a recitare la parte dell'amante gitano nel videoclip di Ain't So Funny. Arrivano presto proposte di parti da recitare, per lo più in commedie leggere come Chasing Papi (2003), ma anche un senso di profonda insoddisfazione, che si tramuta in una vera e propria crisi esistenziale. Provocato dall'esempio del proprio insegnante privato di inglese, Verástegui si avvicina quindi alla fede cattolica. L'incontro con un sacerdote dei Legionari di Cristo, padre Juan Rivas, attivo a Hollywood, e la lettura del libro Rome sweet home (traduzione italiana: Roma dolce casa, edizioni Ares) dello scrittore cattolico (ex protestante) Scott Hahn fanno il resto. Da lì, per il Brad Pitt messicano, idolo di migliaia di teenagers latinoamericane, inizia una nuova vita, anche professionale. Verástegui incontra prima il regista in erba Alejandro Monteverde, poi Leo Soverino, un avvocato della Fox Entertainment che resta incuriosito nel vedere quella sorta di muscoloso fotomodello che partecipa con fervore alla messa della sua parrocchia di Los Angeles. I tre decidono di fondare la Metanoia Films e di raccontare una storia fuori dai canoni commerciali, una storia «su come il dolore di due persone possa diventare la salvezza di entrambi - ha detto Monteverde - sull'amore come sacrificio di sé». E a loro si aggiunge, come produttore esecutivo, Steve McEveety, già produttore con Mel Gibson di Braveheart e La Passione di Cristo.
È così che nel 2004 nasce il progetto di Bella. Un film che secondo alcuni potrebbe addirittura puntare a un Oscar, ma che Eduardo Verástegui dice di avere in realtà già vinto. Durante le fasi preliminari del film, l'attore si era recato in una clinica dove si praticavano aborti per poter studiare da vicino le emozioni di chi sta per compiere un gesto così fatale. Lì aveva fatto amicizia con una coppia messicana. Alcuni mesi più tardi, ha ricevuto una telefonata in cui padre e madre gli hanno chiesto il permesso di chiamare il bambino appena nato Eduardo.
Fonte: Avvenire, 11 novembre 2007
UN FILM CHE CONVERTE SENZA PREDICHE
Eduardo Verástegui, il Brad Pitt dell'America Latina, testimone credibile di principi non negoziabili: vita e famiglia al primo postoDue anni fa, il mondo del cinema fu sorpreso da "Bella," la storia romantica diretta dal regista messicano Alejandro Monteverde, che inaspettatamente vinse il primo premio del prestigioso "People's Choice Award" del Toronto Film Festival. Da quel momento in poi, Bella ha vinto altri premi a livello internazionale, come il premio "Smithsonian Latino Center".

Il film è girato nella città di New York e racconta la storia di José, un promettente giocatore di calcio messicano, che per circostanze tragiche smette di giocare a calcio e si ritira a fare il cuoco nel ristorante del suo fratello adottivo. Nello stesso ristorante viene licenziata una giovane ragazza, Nina, che non andava al lavoro perché era incinta. Nina intende mettere fine alla gravidanza, perché è sola, senza lavoro, senza il sostegno neanche di sua madre. José non condivide la scelta della giovane collega ma tenta di aiutarla facendole sentire tutto il caloroso sostegno umano. In questo modo, le due vite s'intrecciano e, con una serie di stupendi flashback e intensi dialoghi, lo spettatore viene spontaneamente ed emotivamente coinvolto nel loro passato.
Nel film le parole aborto, solidarietà, Gesù, umanità, difesa della vita e della famiglia non vengono mai pronunciate, ma le immagini, i silenzi, le varie vicende, i diversi personaggi concorrono insieme a comporre una commovente poesia d'amore.
Si tratta di un film "potente e toccante… un'autentica ispirazione", ha detto Ana Maria Montero nel suo servizio per la CNN. Secondo Maria Salas, di NBC-Miami, "Bella è un dramma romantico pieno di cuore, anima e messaggi positivi... un gioiello cinematografico".
Dopo aver visto il film, alcune giovani donne hanno deciso di far nascere i bambini e le bambine che avevano concepito.
L'efficacia del film si deve in parte anche allo straordinario cast: Tammy Blanchard, vincitrice dell'Emmy Award, e la stella messicana Eduardo Verástegui, chiamato il "Brad Pitt dell'America Latina".
"Dopo 10 anni di carriera – ha confessato Verástegui – mi sono reso conto che mi mancava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse. Mi sentivo in un labirinto senza uscita; volevo usare l'uscita di sicurezza ma non sapevo dove si trovasse, mi sentivo vuoto".
Il giovane Eduardo, nato a Xicotencatl, Tamaulipas, un piccolo paese al nord del Messico, ha avuto una brillante carriera internazionale come cantante pop del gruppo latino Kairo e come attore di "telenovela", dopodiché si è stabilito negli Stati Uniti in cerca d'una felicità sempre sfuggente. Dopo aver girato un popolare video musicale con Jennifer Lopez, Eduardo ricevette numerose offerte promettenti da registi di Hollywood, ma le rifiutò, perché si trattava di proposte con un basso livello morale.
"Ho promesso a Dio che non avrei mai più lavorato a un progetto che offendesse la mia fede, la mia famiglia o la mia comunità latina", ha confessato.
Con gli amici Leo Severino e Alejandro Monteverde, Eduardo ha fondato la Metanoia Films per "produrre pellicole che abbiano il potenziale non solo di intrattenere il pubblico, ma anche di fare la differenza nella nostra società – ha spiegato Verástegui –, pellicole che tocchino il cuore del pubblico ed elevino l'intelletto verso ciò che è buono, bello e vero, verso l'eccellenza".
La parola metanoia (in greco, "conversione") è stata scelta da Eduardo stesso e riflette il suo percorso spirituale personale.
Fonte: L'Ottimista
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