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IL SUPEREROE CHE SCONFIGGE IL MALE UMILIANDOSI
Nella lotta contro Joker, che cerca di trasformarlo in un feroce giustiziere, il Cavaliere Oscuro con umiltà e sofferenza si carica del peso di colpe non sue (perché è l'unico in grado di sopportarne il peso)
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Collaborando con l'incorruttibile tenente Gordon e il nuovo integerrimo procuratore Harvey Dent, ora fidanzato con la sua ex Rachel Dowes, Batman sembra finalmente poter dare il colpo di grazia alla criminalità che imperversa a Gotham City. Ma questa vittoria apparente scatena su Gotham un criminale ancora più pericoloso, il Joker, misterioso e sfigurato, che mira solo a diffondere caos e violenza e che ha un conto in sospeso con l'uomo pipistrello.
Per combatterlo Batman sarà costretto ad usare tutte le sue risorse fino a rischiare perfino la sua anima...
Dopo aver raccontato in Batman begins le origini dell'uomo pipistrello con una parabola di grande potenza, insieme psicanalitica e morale, Christopher Nolan (insieme ai medesimi coautori, il fratello Jonathan e Davis S. Goyer) torna a Gotham City e mette Batman di fronte a una sfida che ha caratteri quasi metafisici e che non delude i fan della saga, ma offre spunti di riflessione anche ad un pubblico non appassionato di cinefumetti.
L'arrivo di Batman a Gotham City, lungi dall'aver risolto in modo definitivo i problemi di criminalità e violenza della città, infatti, ha aumentato in modo esponenziale e drammatico il rischio, scompaginando gli equilibri del mondo mafioso e scatenando schiere di emuli del giustiziere mascherato più pericolosi che utili.
Di fronte a questa proliferazione del male, anche un eroe testardo e volitivo come Batman inizia a prendere in considerazione l'idea di appendere la tuta al chiodo e di lasciare la lotta al crimine ai rappresentanti «regolari» della giustizia, come il carismatico procuratore distrettuale Harvey Dent, integerrimo nemico dei criminali nonché, sfortunatamente, nuovo fidanzato dell'amata Rachel Dowes a cui Bruce Wayne ha rinunciato a causa della sua doppia identità.
Dent è proprio il tipo di eroe che Bruce Wayne immagina possa ridare speranza alla cittadinanza esasperata ed esausta, non un giustiziere destinato a rimanere per sempre nell'ombra come lui, che si muove al limite tra giustizia e illegalità.

JOKER, UN NEMICO METAFISICO
Nel tentativo di dare un colpo definitivo alla mafia di Gotham, con l'appoggio di Dent e del solito Gordon, Bruce Wayne/Batman vola addirittura ad Hong Kong (con la sfacciata copertura di una fuga di piacere con un intero corpo di ballo russo!) per catturare un uomo d'affari cinese che tiene in mano le chiavi dei patrimoni criminali della città. Con la stessa matematica esattezza di una tragedia greca, però, la sua impresa eroica scatena sulla città una Nemesi imprevista e drammatica: Joker.
Il Joker di Nolan, un po' come il Chigur di "Non è un paese per vecchi", non è semplicemente un criminale ma una sorta di nemico metafisico, il peggiore che chiunque (supereroe o meno, ma Batman è supereroe a modo suo, visto che non possiede superpoteri, ma solo un sacco di gadget tecnologici e una volontà di ferro) possa trovarsi di fronte.
Disprezza il denaro (che addirittura brucia in un gesto di anarchico disprezzo del sistema capitalista), non può essere comprato, si compiace della propria violenza, non ha regole e crede solo nel Caso, è animato dalla volontà di creare caos.
Non si accontenta di uccidere, ma vuole togliere la speranza e spezzare in chi ha di fronte la capacità di bene. Il Diavolo probabilmente...
Nella prima pellicola dedicata all'eroe di Gotham City, Nolan, da sempre coerentemente interessato al tema della colpa e della responsabilità personale, aveva esplorato i rapporti tra paura, vendetta e giustizia. Qui il regista/sceneggiatore approfondisce la natura e il livello della sfida che si trova ad affrontare il suo protagonista.

Contro il Joker anche Batman, colpito ferocemente negli affetti, sembra impotente, non tanto perché fisicamente incapace di eliminarlo, quanto perché la lotta rischia di trasformarlo in un omologo di chi vuole distruggere, uccidendo quella speranza che è il cuore di ogni battaglia degna di essere combattuta e vinta. Una speranza che va preservata ad ogni costo, perché, secondo Nolan, è la radice ultima di ogni scelta morale. La pellicola così affronta di petto, ma senza mai diventare didascalica o appiattirsi su una banale variazione della cronaca, uno dei dilemmi più tragicamente attuali del mondo contemporaneo messo in pericolo dal terrorismo.

BATMAN, UN VERO EROE SOFFERENTE
Paradossalmente, la risposta di Batman, pur trasformandolo all'apparenza in un feroce giustiziere (il Cavaliere Oscuro del titolo) ne fa un vero eroe sofferente, capace di caricarsi del peso di colpe non sue perché è l'unico in grado di sopportarne il peso. Scegliendo la notte perché gli altri possano continuare a sperare di vedere la luce dell'alba.
Questa scelta finale, che pure non manca di una sua tragica grandezza, è tuttavia ambigua, da un lato perché regala ai cittadini di Gotham una speranza menzognera, dall'altro perché postula in definitiva l'incapacità da parte dell'uomo comune di agire per il bene senza il faro di una guida o per lo meno il riferimento di un leader moralmente ineccepibile. Un postulato messo in discussione dal film stesso, dato che la scelta morale fondamentale della storia è affidata non all'eroe ma proprio a dei comuni cittadini e a dei criminali presumibilmente «perduti» e si rivela in entrambi i casi positiva.
Nel suo impegnativo agone morale, comunque, Bruce è assistito dai suoi due mentori abituali: il maggiordomo Alfred, con la sua acuta capacità di analisi (è il primo a «diagnosticare» la natura del Joker) e la sua inesauribile lealtà, è il sostegno insostituibile nei momenti di crisi; Fox, inventore e scienziato dalle mille risorse, che fornisce all'eroe i mezzi per la lotta, è anche, però, colui che avverte i rischi insiti nell'usarli.
La profondità delle riflessioni che il film suscita non va a discapito della spettacolarità dell'azione, esaltata dalla tecnologia di ripresa Imax, usata per la prima volta estesamente in un blockbuster hollywoodiano, mentre lo stile estremamente realistico della pellicola (la rapina iniziale della banda di Joker ha echi tarantiniani) la allontana dagli esempi più fracassoni e superficiali del genere comix. [...]
La morte per overdose accidentale di Heath Leadger (l'interprete di Joker) poco dopo la fine delle riprese, ha aumentato in modo esponenziale l'interesse del pubblico per la pellicola; in effetti, rispetto al primo film, Batman, pur rimanendo il perno morale della storia, cede spesso il primo posto sul palcoscenico al suo malefico e istrionico avversario.
Tuttavia Nolan non fa l'errore di alcuni suoi predecessori e non si lascia irretire dal fascino perverso del male, di cui mostra tutta la carica distruttiva e l'intrinseco legame con la perdita di senso e il puro affidarsi al caso, una caratteristica, quest'ultima, che il supercattivo condivide proprio con Dent, il cavaliere bianco destinato a cadere.

Laura Cotta Ramosino
Fonte: Scegliere un film 2009

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