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IL DIFENSORE DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
La storia del frate francescano, fedele al Papa, allontanato dalla Sorbona per non aver sottoscritto il libello del re Filippo il Bello contro il Papa Bonifacio VIII
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Il film "Duns Scoto" sul filosofo e teologo francescano di origine scozzese, è un lungometraggio di 90 minuti in alta definizione girato nell'abbazia e nella tenuta di Montelabate di Perugia e sulla costa anconetana.
E' una novità nell'attività di un istituto religioso come i Frati Francescani dell'Immacolata che pur impegnati nell'apostolato dei mass media, in fedeltà al loro carisma che si ispira da vicino a S. Massimiliano Maria Kolbe, si cimentano adesso nel cinema dopo qualche produzione documentaristica.
Scritto e diretto dal regista Fernando Muraca, a partire dal libro di p. Stefano Maria Manelli, "Beato Giovanni Duns Scoto" pubblicato da Casa Mariana Editrice, il film esordisce con il drammatico momento nel quale il giovane professore francescano (interpretato da Adriano Braidotti), fedele al Papa e integro di coscienza, si allontana dalla Sorbona per aver rinunciato a sottoscrivere il libello del re Filippo il Bello contro Bonifacio VIII. Il suo andare verso Oxford non è solo un viaggio nello spazio, ma anche nel tempo poiché confiderà a un giovane novizio che lo accompagna, la storia della sua vocazione. Nei flash back il ruolo di Duns Scoto bambino è interpretato dal piccolo Emanuele Maria Gamboni che già ha recitato accanto a Gigi Proietti nel film Rai fiction - Lux Vide "Preferisco il Paradiso". Duns Scoto rientrerà pochi anni dopo a Parigi ove proseguirà il suo insegnamento di alto livello instaurando un ottimo rapporto con i suoi studenti, ma anche suscitando gelosie. Gli sarà lanciato il guanto di sfida dai professori domenicani sulla dimostrabilità dell'Immacolata Concezione di Maria, teoria all'epoca ancora controversa. A modo di contro trama, la storia del nobile Luis (Sebastiano Colla), studente della Sorbona, che s'innamora di Maria una umile, ma bella e pia fanciulla, interpretata da Camilla Diana (S. Agnese di Assisi nel film Chiara e Francesco di Fabrizio Costa) alterna drammaticità e speculazione a momenti di umanità al quotidiano. Interessanti i dubbi e le idee eterodosse del giovane fra Guglielmo (di Occam) interpretato da Alessandro Chini, amorevolmente e puntualmente corretto proprio dal suo maestro Scoto. Il film si conclude nell'apoteosi della vittoria di Duns Scoto riconosciuta dai legati papali nel corso della disputa teologica della Sorbona. Durante le riprese e per le scene della disputa si è arrivati fino a cento comparse con altrettante riproduzioni di abiti medievali curati da Angelo Poretti e Monica Sarracchini.

La direzione della fotografia è stata affidata a Massimo Lupi (Il commissario Rex) che ha ben saputo avvalorare esteticamente le scene che si susseguono in interni ed esterni, di notte e di giorno con l'uso di numerosi e suggestivi piani sequenza.
"L'ispirazione è nata – spiega p. Alfonso M. Bruno, direttore di produzione – dallo spontaneo desiderio degli alunni dello Studio Teologico Immacolata Mediatrice (STIM) in occasione del settimo centenario dalla morte del beato nel 2008. Lo scopo del film è duplice. Il primo è quello di rendere più popolare la figura del b. Giovanni Duns Scoto in vista di una sua canonizzazione che lo renderebbe candidato al titolo di dottore della Chiesa. Il secondo è dare un contributo alla Chiesa nel patrocinio dell'arte in un ambiente post-cristiano. Il cinema è infatti uno strumento sensibilissimo, che può contribuire alla crescita di un vero umanesimo e, in definitiva, alla lode che dal creato si eleva verso il Creatore. E' necessario umanizzarlo attraverso la spiritualità e l'ingresso dei cristiani, un tempo leaders dell'innovazione artistica, che oggi si trovano ai margini dell'ambiente culturale".

Raffaele Iaria
Fonte: BastaBugie n.191 del 6 maggio 2011

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